Da diversi mesi sto seguendo una 3a geometri di un’istituto superiore di Monza per un progetto di sulla mobilità e sullo spazio pubblico.
Li ho fatti scarrozzare a bordo di una sedia a rotelle in giro per la città per mostrare loro un punto di vista differente.
Questa settimana siamo andati assieme in gita a Friburgo dove ho preparato un viaggio alla scoperta della capitale green della Germania, una città in cui il 36% della popolazione si muove ogni giorno in bici, il 24% a piedi e il 16% con i mezzi pubblici.

Li ho portati a scoprire un luogo dove gli spazi sono per le persone, in cui ci sono luoghi piacevoli per sedersi e incontrarsi.

Abbiamo visitato le periferie, Vauban e Rieselfeld, dove finisce la città e inizia la campagna, quei luoghi che per noi sono sinonimo di degrado e che lì sono i luoghi della sperimentazione e della contaminazione.
Abbiamo visto le Spielstrasse (strade gioco) dove la priorità è dei bambini; abbiamo visto le Fahrradstrasse (Strade ciclabili) dove la priorità è per chi va in bici. Abbiamo visto linee del tram che solcano rapidamente la città perché i semafori diventano verdi quando passa il tram.
Abbiamo visto case che producono più energia di quella che consumano e mini impianti idroelettrici, pannelli fotovoltaici. Abbiamo visto una città che ce la sta mettendo tutta per diventare carbon neutral.
Abbiamo visto che una città a basso impatto ambientale è una città che funziona meglio di una città ad alto impatto ambientale perché è una città con meno sprechi e meno inefficienze. E in una città che funziona meglio si vive meglio.
Alla fine dei tre giorni, molti dei ragazzi presenti hanno detto (con tutta la fermezza di intenti che può avere un diciassettenne) che potevano immaginarsi di trasferirsi lì per vivere. Alessandro, il ragazzo più polemico della classe, quello che dice sempre che non si può fare, ha alla fine sentenziato:
“ma allora il problema è che i nostri politici non hanno le palle”.
E io non ho potuto aggiungere nulla perché la differenza tra vivere bene e vivere male in fondo è soltanto quella.