Immagina di gestire un’azienda che deve pagare lo stipendio a una decina di persone e che, all’improvviso, il tuo conto in banca venga bloccato senza motivo: i bonifici non entrano e i soldi continuano a uscire con la solita regolarità.
Non si tratta di una mera ipotesi ma quello che mi sta succedendo in questi giorni, ma andiamo con ordine.
Quando sono diventato amministratore dell’azienda che ho fondato una decina di anni fa, una delle prime decisioni è stata quella di lasciare la vecchia banca e di passare a Banca Etica: mi piaceva l’idea di essere dalla parte del bene, che i miei soldi venissero usati per finanziare progetti che inseguissero “l’interesse di tutti”. Ho aperto un conto e siamo diventati soci.
In molti me l’avevano detto che non sarebbe stato tutto rose e fiori, ma che cavolo, dicevo io, sono pur disposto ad affrontare qualche disservizio: in nome di una finanza etica, questo e altro.
Come quando mi sono reso conto che in tuta la provincia di Milano, l’unica filiale disponibile era in centro a Milano. Mi sono detto che se la banca è etica, questo e altro.
Come quando mi ritrovavo a dover versare il contanti sul conto corrente: ogni volta dover andare fino alla filiale accanto alla stazione centrale di Milano con un migliaio di euro in tasca era una sensazione sgradevole. Ma, insomma, se la banca è etica, tutto sommato si può accettare.
E si può accettare anche quando te ne devi tornare a casa con i soldi ancora in tasca, perché quel giorno lì il registratore di cassa della banca non funziona e non puoi versare il contanti. Ma insomma, se la banca è etica, si può accettare.
Come quando, a causa del COVID mi sono ritrovato a chiedere il primo finanziamento della nostra vita alla banca, i famosi 25.000 euro garantiti al 100% dallo Stato. Nonostante la garanzia statale, Banca Etica fu solerte a negarci il finanziamento in prima battuta perché uno degli ultimi 3 bilanci di esercizio si era chiuso in passivo. Per ottenere il finanziamento che ci permise di sopravvivere alla pandemia dovemmo approvare in fretta e furia un nuovo bilancio molto lusinghiero. Ma insomma, se la banca è etica, la cosa è accettabile, no?
E d’altronde, non è forse anche accettabile che il sistema di home banking funziona quando ha voglia? Se la banca è etica, si accetta.
Oppure l’app: certo, poter controllare le finanze aziendali dal proprio cellulare, immettere bonifici, etc, è un vantaggio e, se l’app non funziona come deve, si può sopravvivere, no? L’importante è che la banca sia etica.
Ma poi arriva il punto di non ritorno, il momento in cui smetti di perdonare quelle mille imperfezioni perché stanno mettendo a repentaglio il tuo lavoro e la tua esistenza.
A metà novembre ricevo una mail di un cliente croato che mi dice che gli è tornato indietro un bonifico che mi ha fatto. Penso che il mondo è pieno di stupidi e lo invito a ripetere il bonifico, ma anche questo torna indietro.
Nel frattempo noto che c’è una fattura di quasi 2000 € di un cliente sloveno che ancora non è stata pagata. Sollecito il pagamento, ma loro mi rispondono che il bonifico è stato effettuato e allegano contabile di pagamento. Solo che io quel bonifico non l’ho mai ricevuto.
Stranamente mi accordo che nel mese di novembre è mancato un altro bonifico all’appello: quello di Google che ogni mese ci ricompensa per la pubblicità che gli permettiamo di vendere attraverso il nostro sito. E mi accorgo che Google ha anche bloccato i nostri account pubblicitari perché non riescono ad addebitarci le spese e questo significa che non possiamo più pubblicizzare i nostri prodotti e servizi, quindi venderli, quindi incassare denaro.
In poche parole, la macchina si è fermata.
È un venerdì mattina e la prima cosa che faccio appena alzato è inviare una mail alla banca perché inizio ad avere un legittimo sospetto. Passa tutto il giorno senza che succeda nulla.
All’indomani chiamo la filiale, ma non risponde nessuno perché è sabato, loro sono etici e al sabato mica lavorano.
Io, invece, passo il fine settimana a fare i conti per capire per quanto tempo ancora posso mantenere in funzione il sistema azienda in queste condizioni. Dirotto alcune attività su paypal accettando di pagare delle commissioni importanti, ma non c’è alternativa.
Al lunedì mattina chiamo la banca per chiedere spiegazioni e, con il massimo candore (sono etici, no?), il bancario dall’altro capo della cornetta mi dice che Banca Etica ha recentemente cambiato il codice SWIFT e che molte banche non hanno ancora registrato il cambio e che è per questo che non entrano alcuni bonifici.
La stessa cosa è confermata dall’azienda stessa anche su Trustpilot:

Nel frattempo io realizzo che i mancati pagamenti sono molti di più di quanti pensassi e che c’è gente che ha comprato quello che le serviva e che poi è di fatto scappata senza pagare.
Chiedo quindi alla Banca che tipo di risarcimento mi potessero offrire per il danno subito e la risposta è che, poiché il problema è di tutte le altre banche, Banca Etica non mi può risarcire di nulla, ma che mi arriverà una proposta di soluzione. Dopo una settimana esatta mi arriva una mail che mi offre un fido sulle cifre che riuscirò a dimostrare di non aver incassato a causa del cambio di codice SWIFT.
Insomma, oltre al danno, la beffa di dovermi mettere a dimostrare quali sono i miei creditori e relativi importi.
E quello è il momento in cui ho smesso di subire.
Ho aperto un conto in un’altra banca, una di quelle che pensano solo ai soldi e che non si nascondono dietro l’etica e dietro l’interesse di tutti e, invece di aprire procedure di fidi per dimostrare quali sono i miei creditori e quale importo mi spetta, mi sono limitato a comunicare il nuovo iban ai clienti.
Scrivo queste righe perché è quello che avrei voluto leggere 6 anni fa quando ho aperto il conto in Banca Etica: avrei voluto qualcuno che mi dicesse a cosa sarei andato incontro.
Avrei voluto qualcuno che mi dicesse che per fare impresa occorre una banca che sa fare la banca, non un soggetto etico e morale che passa il tempo a parlarsi addosso ma che, quando hai bisogno tu, sono sempre e solo cavoli tuoi.
Continua qui: “Banca Etica: la Colpa è di tutti gli altri“
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