Mancano ormai poche manciate di ore alle elezioni per il nuovo sindaco di Milano e sta finalmente giungendo al termine una delle campagne elettorali meno entusiasmanti della storia.
Ho pensato molto a come usare il mio voto e voglio condividere qui con voi le mie conclusioni.
Il sindaco
Sul sindaco non ho dubbi: voterò per Beppe Sala.
Non solo perché tutti gli altri candidati sono davvero improponibili, ma perché sono realmente convinto che se anche ci fosse la possibilità di votare un milanese chiunque alla guida di palazzo Marino, difficilmente si potrebbe trovare una persona altrettanto capace di gestire una macchina così complessa in un momento tanto delicato.
Perché per guidare una città come Milano occorre competenza e visione, serve uno che sappia fronteggiare ostacoli senza eccessivi tentennamenti, uno che lo abbia già fatto in passato e Sala lo ha dimostrato in diverse occasioni.
Capiamoci, non credo che Sala sia perfetto e ritengo anzi che nel corso del primo mandato abbia inanellato una serie di errori anche abbastanza eclatanti: ho avuto modo di rimproverargli anche pubblicamente una serie di scelte, tra queste il modo in cui ha gestito il Parco Bassini, l’impronta data alla città come divertimentificio, la storia del #milanononsiferma, la timidezza nella gestione della qualità dell’aria e tante altre.
Ma qui non si tratta di trovare l’anima gemella, si tratta di trovare un amministratore per la città in grado di traghettarla per altri 5 anni nel periodo della transizione ambientale. Amministro una piccola azienda e la cosa mi ha insegnato che solo chi non ha responsabilità non compie mai errori. Sbagliare è umano e l’unico errore imperdonabile è quando non si impara dai propri errori.
Dopo la pandemia ho visto Sala ricredersi su molte cose e nulla è in grado di attrarre la mia stima come qualcuno che sa cambiare idea. Con la pandemia Sala ha smesso di essere l’amministratore delegato di Milano ed è diventato un politico che deve risolvere problemi reali, non rispondere al consiglio di amministrazione.
Se vince, questo sarà il suo secondo e ultimo mandato: non avrà più nulla da perdere. Questo significa che dovrà dimostrare se la sua adesione ai Verdi Europei è stato solo un bla bla bla per smarcarsi dal PD o per attuare una reale politica di transizione ambientale.
Già nel corso del primo mandato Sala aveva creato un dipartimento per la resilienza con il compito di mitigare gli effetti del cambiamento climatico sulla città. In questo mandato mi aspetto di vedere messe in pratica le azioni in questa direzione.
Il consiglio comunale
Assieme al sindaco si voterà anche per il rinnovo del Consiglio Comunale. È importante che il consiglio dia forza alle idee e al programma del sindaco e non sia il luogo dove si tiene una guerra tra bande tra chi gioca su piccoli ricatti. Per questo motivo ho deciso che il mio voto andrà alla Lista Sala.
Perché voglio che il sindaco sia forte e affronti con forza e senza scuse le sfide che la città si trova davanti.
Chi mi conosce sa quanto peso e quanta importanza dò a temi come il consumo di suolo, la qualità dell’aria e alla mobilità attiva: sono i temi a cui ho dedicato gli ultimi 10 anni della mia vita sia come attivista, sia professionalmente. Ritengo pertanto che in consiglio comunale debba sedere qualcuno che capisca l’importanza di queste cose e ne conosca le logiche in modo compiuto.
Il mio candidato al Consiglio Comunale sarà pertanto Marco Mazzei.
Per chi non lo conoscesse, Mazzei è quello che si è inventato Abbracciami (l’anello ciclabile che ruota attorno a Milano), quello che ha animato due edizioni di Milano Bike City ed è stato tra gli iniziatori della Massa Marmocchi (l’iniziativa per accompagnare a scuola i bambini in bicicletta). È anche un attivista dei diritti LGBT.
Ci conosciamo ormai da una decina d’anni e personalmente lo trovo molto antipatico, è il tipo di persona con cui non andrei a cena, ma che invece trovo perfetta per sedere in Consiglio Comunale per fare le pulci a quei provvedimenti che vanno nella direzione sbagliata. Ha le idee e le competenze giuste. Vuole una città con meno auto e più bici, con più spazio per i disabili e per chi cammina. Insomma, è il mio uomo.
La mia altra preferenza andrà a Lucia Audia, per il suo impegno in materia di rigenerazione urbana, salute territoriale e di prossimità, politiche dell’abitare e a quelle per il lavoro e partecipazione attiva dei cittadini.
Consiglio di Zona 1
Ah, sì, si vota anche per il rinnovo dei Consigli di Zona. Io vivo in Zona 1 (centro) e il caso ha voluto che si candidasse nella lista Sala il mio vicino di casa, Alessandro Pacetti. Io e Alessandro ci siamo conosciuti 5 anni fa, quando io e Pinar ci siamo trasferiti a Milano. Ci vediamo quotidianamente sul balcone.
In questo anni mi prendo il merito di aver messo Alessandro in bicicletta e di avergli fatto conoscere cosa significa la ciclabilità per una città, il valore dell’andare a piedi, degli spazi per le persone. È stato un lavoro duro, fatto di aperitivi e cene, di confronti alle volte anche accesi sul tema della gestione della città.
In 5 anni sullo stesso pianerottolo, ho visto Pacetti prendersi cura dei vicini di casa durante il lockdown e del condominio per le questioni quotidiane. L’ho visto gestire i rapporti con il vicinato e con i bulletti di quartiere. È uno ostinato e preciso, ordinato fino all’ossessione e mi piace l’idea che il centro storico della mia città possa essere gestito da uno così.
Gli altri
Con questo non voglio direi che non ci siano altre persone di valore candidate in questo momento. Tra queste posso menzionare Enrico Fedreghini, storico dei Verdi e candidato al Consiglio Comunale con la Lista Civica Beppe Sala; Claudio Garrone ed Emanuele Bompian, candidati con la Lista Europa Verde; Pierfrancesco Maran, assessore uscente all’urbanistica, quello che ha voluto le piazzette tattiche in giro per Milano.
A loro auguro i miei più sentiti in bocca al lupo per queste elezioni, tuttavia in questa fase mi sento costretto a essere più realista del re e mi sento di dire: voglio Beppe Sala sindaco e lo voglio forte.
E buon voto a tutti noi.