Ricordo che prima delle elezioni l’attuale ministro degli interni aveva promesso che il primo provvedimento che avrebbe messo in atto sarebbe stato il taglio delle accise sulla benzina.
Oggi, a distanza di un anno, non solo i prezzi alla pompa non sono diminuiti, ma hanno raggiunto la soglia psicologica dei due euro al litro, a causa dell’inasprimento dei rapporti tra IRAN e USA. Questa è una notizia tragica per quel 66% della popolazione italiana che possiede un’auto e che, in molti casi, è costretta oggi a scegliere tra fare il pieno, oppure investire i propri soldi in cultura, in una cena al ristorante o semplicemente in prodotti alimentari di qualità distribuendo i propri denari sul territorio.
Se c’è qualcosa che mi ha insegnato l’esperienza di amministrare un’azienda è che la prima cosa da fare per aumentare la disponibilità economica è tagliare i costi che non portano valore.
Liberare le famiglie italiane dalla costrizione di utilizzare l’automobile in ogni circostanza è il modo più veloce per aumentare il reddito disponibile dei cittadini che può essere utilizzato per finanziare attività che promuovono il benessere e la qualità della vita invece che la distruzione del pianeta e delle vie respiratorie.
Inoltre ridurre la dipendenza dal petrolio è il modo per evitare di essere ricattati dalle superpotenze che gestiscono il mercato degli idrocarburi.
Servono delle scelte drastiche e che non possono più essere rimandate.
Servono ora.