La prima causa di morte tra i giovani

Se voi foste, diciamo, il ministro degli interni e doveste concentrare la vostra massima attenzione su una questione specifica, a cosa vi dedichereste? Alla lotta alla mafia? Alla lotta all’immigrazione? Ai comizi elettorali?

Io, per esempio, quello che farei è andare a studiare quali sono le principali minacce da cui devo difendere i cittadini. E credo che andrei a vedere, tipo, quali sono le principali cause di morte nella popolazione che devo difendere.
Probabilmente dedicherei la mia attenzione in particolare ai più giovani, perché sono il futuro del paese.
In questo caso scoprirei che la prima causa di morte tra i giovani tra i 15 e i 24 anni è l’incidentalità stradale.
cause di morte giovani

Sono ragazzi che utilizzano mezzi molto più potenti di quanto non sappiano gestire, che magari hanno il vizietto di buttare un po’ troppo spesso l’occhio al cellulare.

Ogni anno sulle nostre strade muoiono 3500 persone nel totale disinteresse delle istituzioni la cui idea di sicurezza sembra riguardare più che altro le barche dei poveri cristi che scappano dall’inferno.

Ridurre la velocità sulle strade è la prima cosa da fare ed è quello che stanno facendo la Francia che ha deciso di portare da 90 a 80 Km/h la velocità massima nelle strade statali, la Spagna da 100 a 90 Km/h, il Belgio da 90 a 70 Km/h. E tutte stanno puntando alla riduzione delle velocità massime in ambito urbano a 30 km/h. Perché ridurre le velocità anche solo di un km/h significherebbe salvare 2100 vite all’anno in tutta Europa.

Oggi la tecnologia ci permette di tenere sotto controllo la velocità dei veicoli attraverso dei dispositivi in grado di “leggere” la velocità massima della strada e regolare conseguentemente la velocità massima del veicolo. Questo dispositivo si chiama ISA: Intelligent Speed Adaptation e ritengo che l’Unione Europea dovrebbe renderlo obbligatorio su tutti i veicoli come requisito di omologazione.

L’altra tecnologia disponibile è quella dei rilevamenti di velocità in strada che oggi però sono vietati nelle aree urbane (vedi art. 4 della legge 168/2002) di tutta Italia perché sennò sembra che le amministrazioni comunali vogliano “fare cassa” che pare brutto. E il risultato è che ognuno fa come gli pare, al punto che durante un rilevamento di velocità davanti a una scuola di Monza ho avuto modo di rilevare velocità massime di 74 km/h in pieno pomeriggio.

Lo scorso 6 di Marzo sono andato in Parlamento, alla commissione trasporti della Camera  per presentare le mie osservazioni per le modifiche al codice della strada (di seguito il video).

La Commissione non ha recepito nulla della mia proposta di portare la pace sulle strade. Questa è stata di fatto la molla che mi ha spinto a candidarmi alla prossima tornata elettorale.

Oggi si apre la settimana mondiale della sicurezza stradale che ci ricorda che ogni anno questa costa all’umanità 1,3 milioni di morti e allo Stato italiano 30 miliardi di euro di spese sanitarie.
global road safety week

Se solo si volesse, si potrebbe raggiungere in poco tempo l’obiettivo morti zero sulle strade, basterebbe solo la volontà politica di farlo.

Ma non c’è. Non ancora almeno.

Votapinz

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